Piero Armenti intervistato da Raffaele Gaito: quarantacinque minuti magnetici e, sulla pagina facebook ufficiale Mondadori Store, sono già decine di migliaia le visualizzazioni .
Tanti spunti per una diretta memorabile.
E non poteva che essere così: uno da Manhattan, l’altro da Londra, entrambi del sud Italia.
Sognatori, visionari, professionisti veri e di talento che, sul lavoro di tutti i giorni, hanno costruito il loro successo.
Hanno parlato soprattutto di “Una notte ho sognato New York”, romanzo di Piero Armenti scritto per Mondadori, per sé stesso e per i tanti che, ormai da anni, lo seguono sulla sua pagina facebook, vero e proprio cult di genere: “Il mio viaggio a New York”.
Eh sì New York, New York: sono passati quasi dieci anni dall’arrivo di Piero nella città più sognata del mondo. Eppure, i suoi occhi – tutte le volte che ne parla – ancora brillano: bagliori inequivocabili più potenti delle lenti spaziali dell’urban explorer più amato e simili alle luci nella notte della Big Apple.
Un dialogo appassionante in cui si è parlato anche dei recenti drammatici fatti di Minneapolis, dell’esistenza da sradicati – ma non per forza infelice, anzi – dei tanti emigrati d’Italia andati a trovare fortuna all’estero: di sogni, passioni e imprenditoria.
L’Italia nel cuore. La vita in valigia, documentata dallo smartphone e raccontata con la penna di scrittore raffinato.
Piero Armenti è sempra una sorpresa perché…continua a sorprendere.
Cosa faresti, Piero, se oggi – forte delle esperienze professionali e di vita vissute negli ultimi dieci anni – dovessi reinventarti?
Racconterei l’Italia.
Applausi. Sipario.
Se non l’avete vista, è qui.