«Persino qui a Londra ho notato una reazione sorprendente. La gente ha capito quanto sia stato straordinario Maradona. Anche chi ha ricordato l’ingiustizia della Mano de Dios è stato respinto». Le parole del regista inglese Asif Kapadia, intervistato da La Gazzetta dello Sport, fanno capire ulteriormente la grandezza di Diego Armando Maradona, adesso anche l’opinione pubblica ha potuto cogliere un sentimento di amore e rispetto nei confronti del Diez.
Gli anni napoletani, raccontati da Kapadia nel suo documentario “Diego Maradona”, rivelano le debolezze di un campione spesso solo: «L’ho visto con i miei occhi, la sua solitudine si contrapponeva alla fama travolgente. Ha sempre riunito in sé gli estremi con la stessa intensità – evidenzia il regista. Da giocatore è stato molto altruista, lo dimostra l’amore di tutti i suoi compagni. Era un ragazzo di strada diventato il più grande di tutti, ritrovarsi così giovane al centro dell’attenzione può essere complicato».
Nel doc si percepisce quanto Diego e Maradona siano stati due persone differenti. Genio e sregolatezza, croce e delizia, mancheranno entrambi: «Uno ha permesso a milioni di persone di evadere dai propri guai grazie ad una partita di calcio, l’altro è più simile a noi che comprendendo la sua vita ne accettiamo le debolezze – dice Kapadia, che chiude con una ferma convinzione – per me Diego Maradona resterà sempre il più grande di tutti».