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Atalanta Esports, l’intervista a Nicolò “Insa” Mirra

L’Atalanta prosegue il suo percorso di crescita non solo in campo: il club bergamasco, vista l’esponenziale diffusione degli esports, continua ad investire in modo significativo nel settore, arricchendo il proprio roster e puntando a molteplici discipline videoludiche.

Non solo Fifa e Pes, i nuovi progetti di Atalanta Esports riguarderanno anche Fortnite, Rocket League e League of Legends, la Dea vuole fare il pienone e conquistare una larga fetta di appassionati.

L’arrivo nel team di Nicolò “Insa” Mirra evidenzia questo aspetto, il famossisimo player milanese è tra i profili più seguiti nel panorama degli esports. Per lui non solo grande abilità pad alla mano, Insa negli ultimi anni ha mostrato spiccate doti sul lato contenutistico e comunicativo, entrando nella classifica di Forbes tra i 100 Under 30 più influenti d’Italia.

La vena competitiva lo ha spinto a sposare il progetto atalantino, l’obiettivo comune è il Mondiale per Club e la eSerieA.

Per “Insa” inizia l’ennesima stimolante avventura, come è nata la trattativa con la Dea?

«Il primo avvicinamento dell’Atalanta c’è stato lo scorso anno, poco prima del lancio di Inter Esports. La cosa si spense sul nascere visti i miei accordi con QLASH e Inter, situazione che invece è cambiata di recente poiché non non abbiamo rinnovato il nostro rapporto professionale. Colgo l’occasione per ringraziare Qlash, questi due anni insieme sono stati ricchi di soddisfazioni e conservo ricordi bellissimi. Hanno fatto tanto per me e li reputo come una seconda famiglia. In seguito ho sentito diversi club che si erano mostrati interessati, valutando cosa avesse più senso per il mio futuro. Tra loro ovviamente anche l’Atalanta, che aveva rinnovato l’interesse nei miei confronti durante l’estate. Ciò che ha fatto la differenza è stato il modo in cui si sono posti fin dall’inizio, e poi il loro progetto è super stimolante».

Il club atalantino sta vivendo un grande momento, prestazioni sportive e immagine del brand registrano una crescita esponenziale. Da qui la decisione di investire forte anche sul settore esports, puntando sul profilo tra i più glamour del panorama. Un matrimonio scritto nel destino…

«Grazie per i complimenti, sono felice che traspaia questo. Atalanta è un brand che mi è sempre piaciuto, anche per come investe sui giovani e per il bel calcio. Quando ero ragazzino giocavo in una squadra che per gran parte della mia “carriera giovanile” è stata “Scuola Calcio Atalanta”, ho assaporato fin da giovane il mondo atalantino. Probabilmente sì, era scritto che prima o poi sarebbe successo, per tante ragioni».

Ritorni al competitivo dopo un anno in cui ha preferito curare maggiormente le tue abilità di content creator. Il futuro sarà solo competizioni?

«Firmo come player con bivalenza giocatore-content creator, il lato comunicativo/influencer resta fondamentale. Indubbiamente aver preso una pausa stagionale da FIFA mi ha schiarito le idee. Allo stesso tempo la cosa mi mette in una posizione scomoda: saltare una stagione mi ha disabituato a giocare a certi ritmi, cosa che ovviamente sto cercando di recuperare e credo sia ancora nelle mie corde. Quest’anno ripartiamo dal Mondiale per Club che mi vide affrontare le finals a Londra con FIFA 17. Cercherò di ritornare a quei livelli, equilibrando l’aspetto competitivo e quello comunicativo, non ho intenzione di trascurane uno dei due, almeno per ora».

Come valuti il gioco di quest’anno?

«Il gioco mi piaceva tantissimo appena uscito, ora con la pubblicazione di svariate patch si rischia di tornare a fare i conti con i soliti problemi. Il gameplay è tornato lento, gli auto-blocks dei difensori sembrano rafforzati, l’elastico che era utile per saltare la difesa è stato depotenziato e i server son pesanti. Tra le cose positive ci sono le skills più efficaci, si segna in più modi e gli “inserimenti creativi” sono molto interessanti. Sicuramente il gioco è migliorato tantissimo da FIFA 20, restano però degli aspetti che andrebbero rivisti in modo netto».

Qual è il tuo stile di gioco? Cosa consigli agli appassionati?

«Punto tanto sul possesso palla, mischiando l’utilizzo delle mosse di abilità al bel calcio. Sicuramente è molto importante tirare con il giusto tempismo e usare le skills in modo appropriato, ma saper essere pazienti senza forzare le giocate può fare la differenza. Poi c’è la difesa, la fase di non possesso deve essere attenta e precisa, Fifa 21 non perdona gli errori».

La pandemia da Covid-19 non molla la presa, come si organizzerà il mondo del gaming per il futuro? Lanciare la nuova generazione di console in questo momento era opportuno?

«Il settore ha sempre lavorato per buona parte online, di conseguenza, preso atto del periodo, tutte le realtà si stanno attrezzando per poter lavorare a pieno regime anche digitalmente. Per quanto riguarda l’uscita delle nuove console, non credo serva a molto chiedersi se fosse giusto o meno, d’altronde ci lavorano da anni e non potevano di certo prevedere una pandemia. Economicamente e a livello di vendite direi che entrambi i brand (Sony e Microsoft) stanno andando benissimo, visti i totali sold-out di entrambe».

La nuova generazione rivoluzionerà le competizioni ufficiali?

«Con il passare dei mesi crescerà la vendita delle nuove console e dalla prossima stagione si giocherà su di esse, non ci saranno significative rivoluzioni strutturali. Piuttosto si  spera che cambi il motore grafico di FIFA,  per migliorare tutti gli aspetti del gioco – online e offline – e svecchiarne finalmente il gameplay».

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Santa Teresa eSports Cup: a Salerno il gran finale

È stato un successo l’ultimo atto della Santa Teresa eSports Cup di Salerno: nel corso della splendida serata salernitana si sono sfidati, a colpi di pad, i due finalisti del torneo iniziato online sul portale tuttocampo.it il 6 luglio scorso, a cui hanno partecipato oltre 200 players.

Prima del fischio d’inizio, gli ospiti d’onore Nicolò “Insa” Mirra e Diego “Crazy_Fat_Gamer” Campagnani, entrambi del team Qlash, hanno intrattenuto i tanti presenti con Luca Scafuri, speaker ufficiale US Salernitana: tra battute e risate, i due pro player hanno sfidato alcuni dei presenti in match 2 vs 2.

Le parole di Campagnani, attualmente n.1 del ranking mondiale di Fifa e player ufficiale dell’Inter I Qlash, fanno intendere quanto sia in crescita il movimento esports in Italia: «Negli ultimi anni i numeri sono cresciuti in modo vertiginoso, il gaming può diventare un lavoro e la mia esperienza ne è la prova. Agli appassionati dico di giocare senza pressioni ma con impegno e costanza, ormai i videogiochi possono aprire veri e propri percorsi professionali».

A vincere la prima edizione del trofeo è stato il salernitano Diego Varriale che ha superato l’avversario cagliaritano Andrea Pusceddu: nelle Finals, giocate al meglio delle tre partite, il padrone di casa si è imposto con un secco 2-0.

Dopo essere passato in vantaggio di due reti in gara 1, il cagliaritano ha subìto la reazione di Varriale che, grazie alla sua freddezza e a una tattica di gioco oculata, ha chiuso 3-2 vincendo in rimonta. Senza storia il secondo decisivo match, chiuso in scioltezza da Varriale con un tennistico 6-0».

A Pusceddu la soddisfazione di aver vissuto da protagonista un evento che si è rivelato importante vetrina nazionale del panorama egames: «Il mio avversario si è dimostrato davvero forte. Ho vissuto giorni bellissimi: essere arrivato in finale è per me motivo di orgoglio».

A Diego Varriale, invece, la gioia di un prestigioso successo casalingo: «Vincere nella mia città è una sensazione bellissima. Ho partecipato all’evento da semplice appassionato di Fifa: è una vittoria che sorprende anche me. Complimenti al mio avversario e all’organizzazione, adesso attendo con ansia la seconda edizione».

Soddisfatto Giuseppe Liguori dell’associazione Santa Teresa Beach, ente organizzatore dell’evento: «Ringrazio Beclay Agency, nostro Communication partner e tutti gli sponsor che ci hanno sostenuto. Siamo contenti per la buona riuscita della prima edizione del torneo egames, in breve tempo abbiamo messo in piedi un evento innovativo e di livello nazionale».

Buone sensazioni anche da Igino Camerota, Founder Beclay: «Ci ha fatto piacere far parte di questo progetto e di aver contributo alla buona riuscita di un evento che, ne siamo certi, al pari del movimento esports continuerà a crescere negli anni».

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Santa Teresa eSports Cup, Nicolò “Insa” Mirra sarà ospite dell’evento

Le criticità dell’emergenza Covid-19 ed il lockdown hanno permesso al settore degli esports di sfruttare il periodo di quarantena come prezioso momento di sperimentazione. I videogiochi competitivi hanno avuto un’incredibile finestra di visibilità: il mondo del gaming si è ritrovato ad essere una risorsa indispensabile e l’unica via percorribile per godere delle attività sportive in un momento storico unico.
Ne abbiamo parlato con Nicolò “Insa” Mirra, player classe 94 con una straordinaria carriera nel mondo dei gaming competitivo.
Insa sarà ospite, insieme al compagno di team Diego “Crazy_Fat_Gamer” Campagnani, nella serata finale della TC Santa Teresa eSports Cup, evento che avrà luogo a Salerno la sera del 26 luglio. L’associazione Santa Teresa Beach crede molto nel potenziale del gaming competitivo, la manifestazione offrirà un’importante occasione per promuovere un settore già in grande crescita; inoltre i due top players interagiranno con i fan e commenteranno la finalissima del torneo.

Ciao Nicolò, come è nata la tua passione per il gaming? In pochissimo tempo ti sei affermato diventando uno dei volti più noti del settore…
«La mia passione per i videogiochi nacque grazie a mio zio Bicio che mi regalò la prima console e da allora in poi mi appassionai sempre di più, fino a giocare i miei primi eventi su Gears e iniziare a seguire Nadeshot, mio idolo esportivo. Su Gears giocai varie competizioni dal vivo e online, facendo le mie prime esperienze, per poi spostarmi su FIFA dove nella mia prima stagione su FIFA 15 vinsi diversi eventi, perdendone altrettanti ma facendo molta esperienza. Negli anni successivi cercai di giocare alcune competizioni online, fino ad arrivare alla pro league europea di GamerSaloon dove ebbi occasione di farmi notare da Colin Johnson che mi creò l’occasione di entrare a far parte di AS Roma Esports (team di Roma e Fnatic), all’interno della quale ho giocato e partecipato a tante competizioni importanti come il Mondiale per Club di FIFA 17 o il Mondiale “The Intercontinentals” di FIFA Online 3 in Thailandia, inoltre sono stato ospite di E Poi C’è Cattelan e tantissime altre attività mediatiche. Dopo 2 anni nella Roma ho deciso di sposare il progetto di Luca Pagano che ritengo il più interessante e con visione più a lungo termine in Italia. Durante l’ultimo anno ho sviluppato tanto i social, ho iniziato a presentare in televisione, sono stato integrato nel progetto Inter | QLASH come frontman/influencer, sono stato nominato tra gli under 30 più influenti del 2019 da Forbes e abbiamo raggiunto tanti altri risultati».

Qlash ti ha coinvolto in un progetto ambizioso.
«Ho deciso di passare da AS Roma – Fnatic al team QLASH perché ritengo Luca Pagano una persona super valida e con un progetto davvero ambizioso. Direi che moltissime cose si vedono: siamo un team vincente a livello internazionale infatti Diego è top 1 al mondo di Fifa su PS4 e Reynor ha appena vinto un evento globale. Siamo un brand con personaggi pubblici importanti e abbiamo un partner come Inter, inoltre la nostra gaming house è la più grande d’Italia. Ci sono tante cose che non si possono dire ma ritengo di aver fatto la scelta giusta anche quasi 2 anni dopo il mio ingresso perché qui si stanno costruendo le basi di un futuro incredibile e non potrei che essere più felice di farne parte».

Quest’anno hai deciso di prenderti una pausa dalle competizioni, dedicandoti ad un percorso comunicativo di grande qualità. Quali sono i tuoi piani futuri?
«Ci sono tante ragioni per cui questa stagione ho deciso di “staccare la spina” ma diciamo che principalmente avevo bisogno di riposarmi dopo 10 anni tra FIFA e Gears . Quest’anno ho avuto l’opportunità di rappresentare la squadra del mio cuore, l’Inter, insieme al team che amo, QLASH, e di conseguenza, poterla rappresentare come influencer/frontman mi ha permesso di concentrarmi su altri aspetti importanti, come i miei social, il mio brand, ho fatto il caster per la eSerie A, tantissima TV e radio e così via. L’aspetto comunicativo è fondamentale e concentrandomici, sono riuscito a ricaricare le pile e dopo oltre 6 mesi di stop, sono stato invitato al Twitch Rivals, dove tra l’altro non sono andato affatto male rispetto le premesse. L’anno prossimo però si torna più carichi che mai, e poi di progetti nel cassetto ce ne sono tanti ma non si può dire tutto per il momento, sicuramente voglio sviluppare il mio brand insieme a QLASH».

Secondo te la riorganizzazione del settore è stata adeguata? Vista la grande visibilità di cui hanno goduto gli esports durante il lockdown si poteva fare di meglio?
«Si può sempre fare di più ma si è fatto ciò che si è potuto, d’altronde nessuno se l’aspettava e c’è stato poco tempo per ri-organizzarsi. Credo che comunque gli esports abbiano dimostrato come la tecnologia, lo smartworking e la possibilità di competere online semplifichino tutto e rendano il nostro ambiente molto difficile da fermare».

Cosa ci manca per raggiungere le realtà straniere? Non dimentichiamo che all’estero gli eventi esports fanno il tutto esaurito…
«Gli anni semplicemente, perché ovviamente questo fenomeno all’estero è a questi vertici da molto più tempo. Secondo me bisogna dare tempo al tempo, ci arriveremo e non credo ci siamo molto lontani perché quest’anno ci sono stati molti eventi interessanti e con la platea piena!».

Sarai ospite durante la serata finale della Santa Teresa eSports Cup di Salerno. Forse sono proprio gli eventi di questo genere ciò di cui si ha bisogno per promuovere il vostro settore?
«Secondo me è un’iniziativa molto interessante, credo che magari in futuro si potrebbe anche creare un crossover tra i due ambienti, facendo giocare anche a noi Beach Soccer e a loro da noi, unendo le parti ma credo sia un ottimo punto di partenza che possa coinvolgere magari anche le nuove generazioni. Abbiamo accettato l’invito con grande entusiasmo, sarà un piacere passare una serata estiva a Salerno sulla bellissima spiaggia di Santa Teresa».