«Ho trentacinque anni, un buon lavoro, un bello stipendio, un appartamento al quarantesimo piano e vivo nella città più desiderata del mondo. Eppure sento che dentro questo quadro di luci e movimento non riesco più a trovare la mia dimensione. In realtà non so neanche bene quale sia stato il momento esatto in cui ho smesso di provare fiducia in New York, e in me stesso. Ma questa città è così: quando inizi a credere che tutto scorra senza motivo, lei ti sorprende e ti spiazza ancora una volta».
Ancora New York, sempre per Mondadori.
Dopo il successo del romanzo d’esordio, Piero Armenti torna in libreria.
Era atteso questo suo nuovo libro. Dai suoi tanti fans e, molto, anche da noi di Beclay, che abbiamo avuto il piacere di accompagnarlo anche in questo nuovo percorso.
Proprio a noi, in una intervista leggerissima pubblicata sul nostro sito il 21 luglio aveva anticipato che “Se ami New York” è «il sequel di Una notte ho sognato New York: stesso protagonista, dieci anni più vecchio, più maturo. Il tema centrale della storia è rappresentato da quanto ognuno di noi è disposto a sacrificarsi per amore, a rinunciare cioè ad un po’ dei propri sogni, aspirazioni, obiettivi professionali. Insomma, delle proprie libertà e individualità».
Piero Armenti è ormai una vera star del web. Guai, però, a banalizzare la sua narrazione: raffinata e intellettualmente acuta. Uno sguardo su New York ma anche sul mondo e su un’intera generazione.
Leggere Piero Armenti è un’esperienza che consigliamo.
Occhialoni e capacità di interpretazione di una società complessa.
Senza fronzoli, pragmatico: «non scrivo perché disperato o con l’urgenza di farlo. Sono abbastanza metodico, mi diverte farlo e mi dedico alla scrittura quando è già stato definito l’eventuale percorso editoriale».
Essere Clay, per diventare Alì: «quando sono arrivato a New York avevo pochissimi soldi e certezze. L’unica cosa di cui potevo disporre era il mio patrimonio culturale».
Una delle chiavi principali, ne siamo convinti, del suo successo.