Le criticità dell’emergenza Covid-19 ed il lockdown hanno permesso al settore degli esports di sfruttare il periodo di quarantena come prezioso momento di sperimentazione. I videogiochi competitivi hanno avuto un’incredibile finestra di visibilità: il mondo del gaming si è ritrovato ad essere una risorsa indispensabile e l’unica via percorribile per godere delle attività sportive in un momento storico unico.
Ne abbiamo parlato con Nicolò “Insa” Mirra, player classe 94 con una straordinaria carriera nel mondo dei gaming competitivo.
Insa sarà ospite, insieme al compagno di team Diego “Crazy_Fat_Gamer” Campagnani, nella serata finale della TC Santa Teresa eSports Cup, evento che avrà luogo a Salerno la sera del 26 luglio. L’associazione Santa Teresa Beach crede molto nel potenziale del gaming competitivo, la manifestazione offrirà un’importante occasione per promuovere un settore già in grande crescita; inoltre i due top players interagiranno con i fan e commenteranno la finalissima del torneo.
Ciao Nicolò, come è nata la tua passione per il gaming? In pochissimo tempo ti sei affermato diventando uno dei volti più noti del settore…
«La mia passione per i videogiochi nacque grazie a mio zio Bicio che mi regalò la prima console e da allora in poi mi appassionai sempre di più, fino a giocare i miei primi eventi su Gears e iniziare a seguire Nadeshot, mio idolo esportivo. Su Gears giocai varie competizioni dal vivo e online, facendo le mie prime esperienze, per poi spostarmi su FIFA dove nella mia prima stagione su FIFA 15 vinsi diversi eventi, perdendone altrettanti ma facendo molta esperienza. Negli anni successivi cercai di giocare alcune competizioni online, fino ad arrivare alla pro league europea di GamerSaloon dove ebbi occasione di farmi notare da Colin Johnson che mi creò l’occasione di entrare a far parte di AS Roma Esports (team di Roma e Fnatic), all’interno della quale ho giocato e partecipato a tante competizioni importanti come il Mondiale per Club di FIFA 17 o il Mondiale “The Intercontinentals” di FIFA Online 3 in Thailandia, inoltre sono stato ospite di E Poi C’è Cattelan e tantissime altre attività mediatiche. Dopo 2 anni nella Roma ho deciso di sposare il progetto di Luca Pagano che ritengo il più interessante e con visione più a lungo termine in Italia. Durante l’ultimo anno ho sviluppato tanto i social, ho iniziato a presentare in televisione, sono stato integrato nel progetto Inter | QLASH come frontman/influencer, sono stato nominato tra gli under 30 più influenti del 2019 da Forbes e abbiamo raggiunto tanti altri risultati».
Qlash ti ha coinvolto in un progetto ambizioso.
«Ho deciso di passare da AS Roma – Fnatic al team QLASH perché ritengo Luca Pagano una persona super valida e con un progetto davvero ambizioso. Direi che moltissime cose si vedono: siamo un team vincente a livello internazionale infatti Diego è top 1 al mondo di Fifa su PS4 e Reynor ha appena vinto un evento globale. Siamo un brand con personaggi pubblici importanti e abbiamo un partner come Inter, inoltre la nostra gaming house è la più grande d’Italia. Ci sono tante cose che non si possono dire ma ritengo di aver fatto la scelta giusta anche quasi 2 anni dopo il mio ingresso perché qui si stanno costruendo le basi di un futuro incredibile e non potrei che essere più felice di farne parte».
Quest’anno hai deciso di prenderti una pausa dalle competizioni, dedicandoti ad un percorso comunicativo di grande qualità. Quali sono i tuoi piani futuri?
«Ci sono tante ragioni per cui questa stagione ho deciso di “staccare la spina” ma diciamo che principalmente avevo bisogno di riposarmi dopo 10 anni tra FIFA e Gears . Quest’anno ho avuto l’opportunità di rappresentare la squadra del mio cuore, l’Inter, insieme al team che amo, QLASH, e di conseguenza, poterla rappresentare come influencer/frontman mi ha permesso di concentrarmi su altri aspetti importanti, come i miei social, il mio brand, ho fatto il caster per la eSerie A, tantissima TV e radio e così via. L’aspetto comunicativo è fondamentale e concentrandomici, sono riuscito a ricaricare le pile e dopo oltre 6 mesi di stop, sono stato invitato al Twitch Rivals, dove tra l’altro non sono andato affatto male rispetto le premesse. L’anno prossimo però si torna più carichi che mai, e poi di progetti nel cassetto ce ne sono tanti ma non si può dire tutto per il momento, sicuramente voglio sviluppare il mio brand insieme a QLASH».
Secondo te la riorganizzazione del settore è stata adeguata? Vista la grande visibilità di cui hanno goduto gli esports durante il lockdown si poteva fare di meglio?
«Si può sempre fare di più ma si è fatto ciò che si è potuto, d’altronde nessuno se l’aspettava e c’è stato poco tempo per ri-organizzarsi. Credo che comunque gli esports abbiano dimostrato come la tecnologia, lo smartworking e la possibilità di competere online semplifichino tutto e rendano il nostro ambiente molto difficile da fermare».
Cosa ci manca per raggiungere le realtà straniere? Non dimentichiamo che all’estero gli eventi esports fanno il tutto esaurito…
«Gli anni semplicemente, perché ovviamente questo fenomeno all’estero è a questi vertici da molto più tempo. Secondo me bisogna dare tempo al tempo, ci arriveremo e non credo ci siamo molto lontani perché quest’anno ci sono stati molti eventi interessanti e con la platea piena!».
Sarai ospite durante la serata finale della Santa Teresa eSports Cup di Salerno. Forse sono proprio gli eventi di questo genere ciò di cui si ha bisogno per promuovere il vostro settore?
«Secondo me è un’iniziativa molto interessante, credo che magari in futuro si potrebbe anche creare un crossover tra i due ambienti, facendo giocare anche a noi Beach Soccer e a loro da noi, unendo le parti ma credo sia un ottimo punto di partenza che possa coinvolgere magari anche le nuove generazioni. Abbiamo accettato l’invito con grande entusiasmo, sarà un piacere passare una serata estiva a Salerno sulla bellissima spiaggia di Santa Teresa».